La Cina è pronta all’accordo sul cambiamento climatico
La Cina sarebbe pronta ad ammorbidire le sue posizioni sul problema del controllo delle emissioni gassose allo scopo di raggiungere un accordo internazionale in vista del vertice sul clima in programma a Copenhagen nel dicembre prossimo. Lo riferisce in esclusiva il quotidiano britannico Guardian citando le parole del segretario britannico per cambiamento climatico Ed Miliband, di ritorno da Pechino dopo un incontro con i negoziatori cinesi.
«Ho la netta impressione che vogliano un accordo – ha dichiarato Miliband – . Si rendono del conto dell’impatto del cambio climatico in Cina, sanno che il mondo si sta muovendo verso una low-carbon economy e vedono le opportunità di business che questa porterà con sé».
L’apertura cinese, osserva il quotidiano londinese, potrebbe costituire una svolta decisiva nel difficile negoziato preparatorio per il vertice di Copenhagen. Gli Stati Uniti, che non hanno mai aderito allo storico protocollo di Kyoto, e la Cina, che riconosce il trattato ma è autorizzata ad operare in regime di deroga, sono responsabili del 40% delle emissioni gassose del pianeta. Gli Usa, che sotto l’amministrazione Bush avevano accuratamente messo da parte qualsiasi politica di sostenibilità ambientale, sono pronti a svoltare. Obama, che ha dichiarato di voler riportare i livelli di emissione alle quote del 1990 entro la fine del prossimo decennio, potrebbe trovare anche il sostegno dei repubblicani. Nel corso dell’ultima campagna elettorale, infatti, lo stesso John McCain aveva rimarcato la necessità di una svolta ambientalista nelle politiche di sviluppo.
Nonostante l’apertura di Pechino i nodi da risolvere prima del vertice restano molteplici. Tra gli argomenti caldi c’è quello relativo alla condivisione della tecnologia per lo sfruttamento delle energie rinnovabili. I cinesi, che detengono la maggior parte dei brevetti nei settori dell’eolico e del solare, vorrebbero che l’Onu costituisse un fondo ad hoc per pagare i diritti di proprietà. Secondo l’istituto britannico Tyndall Centre for Climate Change Research, è lecito supporre che la Cina sarà in grado di iniziare a ridurre le proprie emissioni a partire dal 2020.
fonte – Valori